Avere un riparo dai predatori contemporanei

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E’ un bisogno profondamente umano quello di avere un riparo.

Avere un luogo, uno spazio fisico, una relazione a cui tornare e che possiamo considerare sicuro.

Così come un bambino ha bisogno di sentire che ha, con l’adulto, un rapporto e un attaccamento sicuro, noi manteniamo questo bisogno per tutta la vita. Anche se in forme diverse. Però lo abbiamo e lo hanno anche le persone attorno a noi. Questo non va mai dimenticato.

Da cosa ci stiamo riparando? Da cosa ci ripariamo?
Verrebbe da pensare agli agenti atmosferici. Molte volte, ma questo non vale per tutti, ci ripariamo dalla pioggia. Anche se ci sono persone che non avvertono questo bisogno. E già questo ci racconta che questo bisogno fondamentale non è sempre identico per tutti.

Ci proteggiamo, e abbiamo bisogno di un riparo, anche rispetto ai predatori. Quelli che storicamente e filogeneticamente, volevano mangiarci e sopprimerci.

Ma oggi chi sono i nuovi predatori? Sono moltissimi e hanno moltissimi volti.

Alcuni sono evidenti, altri sono molto più subdoli.

Innanzitutto non dobbiamo mai dimenticare i predatori attivi. Quelli che non hanno voglia di farci del male, ma che per perseguire i propri interessi non hanno la minima intenzione di stare attenti alle nostre esigenze. Sono le persone che non sanno cosa sia un conflitto di interesse. Hanno una esigenza e la perseguono, senza la considerazione minima per l’altro.

E questo può avvenire sia tramite l’indifferenza, ovvero fare ciò che si vuole senza pensare all’altro. Oppure mediante l’uso, ovvero arrivare all’obiettivo che ci si è prefissati utilizzando l’altro.

In questo ultimo casa il predatore non solo non si è interessato ai nostri bisogno, né li ha condivisi, ma bensì ci ha utilizzati come strumenti per ottenere un proprio vantaggio.

Un’altra forma, tra le tante possibili, è quella dell’invadenza. Ovvero una forma passiva, ma profondamente subdola, di predazione. 

Che si basa sulla predazione dello spazio e che può provocare danni anche importanti. Tanto da poter sfiorare l’abuso vero e proprio.

Quando accade questo? Quando una persona si interessa a noi, ma non con lo scopo di aiutarci e costruire assieme a noi un legame che sia bello per entrambi. Ma bensì quando questo interesse è finalizzato unicamente a uno scopo meramente personale e individuale.

C’è chi si interessa perché ha bisogno di sentirsi utile (e questa forma è sicuramente tra le meno nocive). Ma c’è anche chi si interessa al fine di manipolare e raggirare. Approfittando dello stato di fragilità di qualcuno lo induce a credere che i suoi bisogni siano taluni piuttosto che altri.

Pensiamo al genitore che per sentirsi efficiente continua a dire al figlio “Tu stai provando piacere” (mentre il bambino prova tutt’altro sentimento). Oppure “Faccio questo per il tuo bene” (appena dopo avergli dato un ceffone in modo pretestuoso”.

Questi accadimenti che qualcuno potrebbe pensare come semplici, invece possono essere altamente dannosi. Soprattutto se protratti nel tempo.

L’alterazione del senso e del significato, sono una manipolazione che si basa su un rapporto di potere e non di condivisione. Vi è un dominante e un dominato. Qualcuno che esercita un potere (attivo) su un altro (passivo) spesso fragile e a cui viene ridotta sistematicamente la fiducia e l’autostima. Finendolo di porre in uno stato di dipendenza.

Anche questi sono meccanismi predatori. Perché c’è qualcuno che per i propri bisogni e desideri, si nutre dei sentimenti e dell’autenticità dell’altro.

Ritornare all’ascolto di Sé. Riuscire a dirsi “E’ quello che veramente desidero e di cui ho bisogno?” È a volte l’unica strada per ritrovare se stessi. Per ritrovare un riparo dentro di sé. Laddove, a volte, luoghi e relazioni si fingono accoglienti e invece si rivelano cannibalizzanti rispetto al nostro mondo interno.

Come nella favola di Hansel e Gretel dei fratelli Grimm. E l’unione, l’incontro autentico, e una certa e sicura “fratellanza” o direi meglio “sorrellanza” sono di sicuro molto efficaci.

Francesco Urbani
Psicologo-Psicoterapeuta-Supervisore
Cerchi nella notte – Il libro
urbani@casadinchiostro.it
www.francescourbani.it
www.casadinchiostro.it

 

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