Il luogo e l’identità#1 – Introduzione

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luogo e identità2I bisogni, i desideri, l’identità e l’essenza dell’uomo non si formano unicamente nell’interazione fra le persone, nella socialità e nei legami che inevitabilmente si vengono a formare durante l’arco della vita.
C’è un altro tipo di interazione e di legame che è altrettanto fondamentale nella formazione, nella maturazione e nel cambiamento dell’identità dell’uomo. L’interazione tra l’individuo ed il luogo (o i luoghi) con cui esso entra in contatto.
Ovviamente l’influenza ed il peso di queste interazioni varierà in base all’importanza che uno specifico luogo ha per una specifica persona.
Per ognuno di noi, alcuni luoghi hanno un valore che magari per altre persone possono non avere.
Alcuni luoghi hanno un valore generale in quanto culturalmente dato, come ad esempio possono essere i luoghi rappresentativi di una nazione (il palazzo presidenziale) o i luoghi di culto (chiese, moschee) o di cura (ospedali). Altri luoghi invece si connotano più per un valore legato ad un piccolo gruppo, ad una specifica sottocultura o ad una singola persona.
Ma al di là dei livelli di importanza, ovvero sulle cause del perché un luogo possa avere un valore o meno per un individuo, quello che ci preme sottolineare in questo contesto è che ogni luogo ha sull’individuo un’influenza che non deve essere né dimenticata né sottovalutata, se si vuole comprendere il tema dell’identità e della cultura degli uomini.

L’interazione fra luogo ed individuo può essere osservata da diverse angolazioni, una ad esempio è in rapporto alla simmetria o meno dell’interazione stessa. Vi può essere una interazione bidirezionale, che avviene quando l’influenza tra persona e luogo è reciproca, oppure vi può essere una influenza unidirezionale, che avviene quando è uno degli elementi (la persona, o il luogo) a controllare completamente l’altro. Certo è difficile trovare una relazione luogo-individuo completamente unidirezionale, ma si possono comunque trovare diversi gradienti di interazione, diversi livelli di controllo.
E’ ovvio che nessun uomo può completamente controllare un luogo, perché esistono sempre limiti fisico-spaziali a creare dei limiti, e viceversa nessun luogo può controllare fino in fondo un uomo. Non possiamo però ignorare che ci sono delle situazioni in cui l’unidirezionalità anche laddove non è totale è comunque ben lontana dalla interazione bidirezionale e reciproca.
E’ Innegabile che ci siano delle situazioni in cui è il luogo a determinare quali caratteristiche dell’individuo debbano essere messe in risalto e quali essere inviate, per cosi dire, sullo sfondo, se non addirittura alienate completamente.
Nell’esempio delle carceri è fin troppo evidente che la caratteristica della “libertà individuale” resta un concetto del tutto, o praticamente, astratto e teorico.

Naturalmente il tipo di influenza che un luogo ha sull’individuo può essere del tutto esplicito oppure completamente taciuto. Vi sono influenze sull’individuo che costituiscono il fine stesso del luogo, ovvero il luogo nasce con quel preciso obiettivo (vedi appunto l’esempio delle carceri sul concetto di libertà), ma vi sono anche obiettivi che restano molto lontani da quelli esplicitati, o influenze che meritano un occhio di riguardo perché sono molto sottili e difficili da identificare (ma non per questo meno importanti, in termini di effetto sulla vita e sull’identità, rispetto alle persone che vi entrano in contatto.

Ciò che qui vorremmo evidenziare è come alcune caratteristiche specifiche dei luoghi contemporanei si trovino ad influenzare l’identità e la natura dell’essere umano. Nel fare questo, il fine resta il voler evidenziare quali requisiti debbano appartenere ai luoghi che noi definiamo di cura delle persone.
Quei luoghi che hanno come fine dichiarato quello di accudire e promuovere la crescita degli individui, il loro benessere, la loro identità, creatività e passione per la vita.

Nel pensare ad un servizio centrato sulla persona, non si può non pensare ad un luogo che abbia come riferimento centrale l’essere umano nella sua totalità, nel suo essere non parziale e non semplicemente cumulativo. Ma pensare ad un essere umano che sia sintesi delle sue stesse caratteristiche (fisiche, culturali, biologiche, psicologiche, affettive, emotive).

Francesco Urbani

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