Il Silenzio e la Fuga come Ricerca di Sé

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Allontanarsi dal rumore del quotidiano e della ripetizione, che si è andato a creare attorno a noi. E che lentamente ha inquinato la capacità di ascoltare.
Allontanarsi da ciò che è ormai un velo, e che rende difficile il nostro autentico nucleo. opacità dell’abitudine che ci rende lontani da noi stessi.
Ritrovare la via del Silenzio, per camminare lungo la strada che riporta a Sé.

Questo cammino è, però, sempre una relazione difficile e complessa, perché è scomodo il rapportarsi al silenzio. Nostro o altrui che si.
E’ un rapporto dalle troppe influenze, siano esse culturali, sociali o anche personali.

Il Silenzio rappresenta l’incognito, che offre sempre delle potenzialità sia verso la felicità, sia in direzione dell’angoscia.
Davanti a esso i punti di riferimento risultano assenti, e questo è fonte di grande incertezza, ma anche di infinito spazio del possibile.

Quando lasciamo la “sicurezza del rumore”, per andare incontro al Silenzio, dobbiamo avere il coraggio di affrontare il dialogo con l’assenza, e con l’assenza degli accadimenti.
Entrare in contatto con il loro essere sfuggevoli e caratterizzati da una continua “fragilità di senso”.
Solo in quel preciso punto ha realmente dimora il tentativo di ogni fuga dal quotidiano, che diviene modo (o tentativo) di “trovare se stessi”.

Bisogna creare la rottura dell’allontanamento, della lontananza, che a volte significa “semplicemente” restare in ritirato silenzio, perché scomparire è l’agire del desiderio di cancellare una rete sociale in cui si è coinvolti.
Offrirsi possibilità di essere e di diventare un’altra persona.

Nel Silenzio, e solo in questo incontro, la persona può conoscere il proprio mistero, nel suo essere essenziale.

Si deve essere capaci di ascoltare il bisogno di allontanarsi da quello che è familiare, e che ormai è divenuto scontato, solo così si potrà ritornare in contatto con la propria moltitudine di sensazioni ed emozioni. Ponendo le basi per la nascita di affetti che abitino all’interno di sfumature nuove e sconosciute.

Il ritirarsi, così come il porsi in disparte o lo scomparire, permettono di entrare in risonanza con il Silenzio, e quindi con l’intimità, la gioia, la sofferenza e la mancanza.
Paura ed entusiasmo.
Ci si sottrae, in questa condizione, per divenire Altro, e distanziarsi da quello che nel presente si ha e si è.
Generate quindi le condizioni dell’incognito, ci si può avvicinare a desideri che mai erano stati ascoltati.
E il cancellarsi diventa rinascita.

Senza dubbio, intraprendere un cammino di fuga e scomparsa, implica sempre il ritrovarsi in una condizione di assenza, come partenza da un luogo che più non appaga.
Ci si allontana da un Sé divenuto ormai logoro, per poter andare incontro all’enigma.
Quel meraviglioso enigma che ognuno è dentro di sé.

Francesco Urbani
urbani@casadinchiostro.it
www.francescourbani.it

Immagine tratta dal film di Gregg Araki, 2014
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