Quante forme ha l’Amore? Recensione di ‘Transfert’ di Miss Poetrix-Gaia Casanova

0 0
Read Time:2 Minute, 6 Second

Cosa significa conoscere una persona? Cosa significa desiderare profondamente entrare in contatto con l’altro? E soprattutto, quale è il confine tra noi e chi abbiamo davanti?
Essere in relazione è un processo magico, dolce, delicato e appassionato, in cui i nostri aspetti più intimi vengono sollecitati dall’Altro, in modi inaspettati. Emergendo, a volte, con dirompente violenza o con grande perturbamento.

Il legame con l’altro è come il legame con il Silenzio, ovvero la creazione di un luogo dove tutto può accadere e dove bisogna essere pronti ad accogliere il mistero. Qualcosa di sconosciuto che non ci renderà la vita più comoda, però la saprà profondamente arricchire.

E’ la creazione di qualcosa di nuovo, un “noi” non pre-esistente che però è generato da già pre-esistenti Sé individuali.
Un continuo emergere di aspetti, anche molto intimi e personali, che spesso non conosciamo neanche di noi stessi.
Inoltre l’incontro con l’Altro ci mette sempre a contatto con una mancanza, e con il fatto che non potremo mai averlo completamente. E questo o contemporaneamente “Vita” e “Dramma”.

“Vita”, perché da questa mancanza nasce sempre un nuovo desiderio e una nuova conoscenza. Che nel caso fosse sostituita da una vicinanza “simbiotica” sarebbe solo morte della curiosità e dell’immaginazione.
Ma questa distanza è anche “Dramma” perché rappresenta tensione emotiva nel sapere che l’Altro (e anche l’altro che è dentro di noi) sarà sempre qualcosa che finirà per essere mai completamente presente.
Mai una piena totalità, ma bensì un processo, che per quanto meraviglioso, non raggiungerà mai la perfezione. Tenderà solo ad essa!

Snidami.

Sconfinami.

Portami sull’argine.

Oltre.

Non temo la vita fuori di qui.

Io anelo al mare aperto.

Leggere “Transfert” di Miss Poetrix/Gaia Casanova è un viaggio che conduce ad un ritorno, quello di sapere che quando amiamo (in ogni sua forma – anche noi stessi) stiamo all’interno di un processo mobile e dinamico. Dove controlliamo poco o niente, ma siamo però in contatto con noi stessi, con i nostri desideri e bisogni. Incontriamo noi stessi, anche se il terreno è incerto.
Perché “conoscere” è interminabile, e i livelli si intrecciano e intersecano (come la scrittura di questi versi).

Troviamo la meraviglia dei tanti “noi” che abitano il nostro “io”, e a volte tutto questo ci piace, altre volte ci spaventa.
Però qui possiamo veramente conoscere il nucleo della nostra immaginazione, che è poi la forza di quelle gambe che ci portano a passeggiare nella vita.

Francesco Urbani
urbani@casadinchiostro.it
www.francescourbani.it

"Transfert" di Miss Poetrix / Gaia Casanova qui il link al libro

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %
Previous post Psicologia dell’Autolesionismo (La Pelle Ferita #2)
Next post Il corpo come rifugio – Psicologia dell’Autolesionismo (La Pelle Ferita #3)

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.