Scrivere le emozioni: la stanza privata del terapeuta

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scrivere intScrivere, per il terapeuta, significa imparare a leggere, sulla propria pelle, le tracce lasciate dal paziente, che è appena uscito dalla stanza d’analisi.

E’ comunemente riconosciuto che esprimere la propria creatività, permette una maggiore comprensione, non solo di se stessi, ma anche degli altri e del mondo circostante.
L’immaginazione, come la creazione artistica, è innanzitutto un processo d’apprendimento, in quanto incontra la profondità degli affetti (propri e dell’altro), che si fondano sull’esperienza, la curiosità e l’espressività, non inquinate dalla razionalità.
Con questo approccio si può passare dallo “spiegare” al “comprendere”, che sono modalità di “incontro”, con sé stessi e con l’altro, molto diverse.

La scrittura, è un’espressione creativa, che utilizza in modo profondo (e sottile) forme di comunicazione come la narrazione, le descrizioni, l’accuratezza dei dettagli, i punti di vista, le immagini, le ripetizioni e soprattutto il ritmo.
Andando oltre la superficie del “ciò che appare” (o di quel che le teorie vorrebbero che fosse), la scrittura rende tutto più chiaramente complesso, togliendo opacità al pensiero e comunicando le tante sfumature psicologiche, sociali e culturali delle relazioni umane.

Chiunque abbia praticato con una certa assiduità la scrittura, conosce bene il potere di esplorazione, e cambiamento, insiti in questa attività.
La scrittura possiede una forza comunicativa molte volte sconosciuta, che spesso non trova completa espressione, ma che comunque non scompare al ritmo di un respiro. Essendo sempre un ponte fra interlocutori (reali, immaginari, fantasticati, attesi, incompresi, presenti o assenti fisicamente).

Per arrivare a questo, però, bisogna apprendere l’ascolto del proprio scrivere, accettando la quiete (e la tempesta) della pagina che si ha davanti.
Saper incontrare l’incognita di ciò che viene restituito dai nostri stessi affetti e sentimenti.
Infatti, è chi scrive ad essere il primo lettore e il primo interlocutore.
La scrittura, in tale prospettiva, è una comunicazione privata con il proprio mondo emotivo.

Esercitarsi, impegnandosi in un campo come quello della scrittura, affascinante ma profondamente faticoso, permette l’accesso anche ai sentimenti in apparenza più marginali.
Concede spazio alle emozioni che abitano nell’ombra, e fornisce maggiore consapevolezza delle proprie profondità.

[Continua…]

Francesco Urbani

Questo articolo è collegato all’evento “Comprendere il paziente e la relazione terapeutica: il metodo della scrittura come strumento professionale”, segui questo LINK per maggiori informazioni.

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