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Nella cultura post-moderna il corpo è vissuto come una potenziale “opera d’arte”. Se, infatti, precedentemente l’imperativo era quello di trovare l’autentico Sé (La ricerca del Sé), oggi siamo nella prospettiva che l’individuo può “creare se stesso”.
L’identità è un elemento che non deve essere “trovato”, ma “creato”, e lo spazio di questa creazione è preminentemente (ma non esclusivamente) il corpo.

Questo mutamento è stato prodotto da un sostanziale Nichilismo, che non deve essere visto come negativo, ma compreso nelle sue potenzialità (e rischi). In una dimensione che oscilla tra la persona che non ha “centro stabile” e la persona che non ha “valori assoluti”.
Questo comporta il dover dialogare tra gli aspetti che portano a delineare se stessi e quelli che portano al mostrarsi dell’altro (o all’esibirsi).

Quello che ritorna ad essere centrale è il “Desiderio”: ovvero la sperimentazione di Sé per creare un’identità in accordo con i propri desideri.
La persona gode di una libertà molto più ampia rispetto a prima, dato che a venire meno sono i “modelli guida”. Questo però apre al rischio di una maggiore solitudine e spaesamento.

Bisogna sempre tenere in conto che “creare se stessi” non coincide con la possibilità di diventare quel che si vuole, ma bensì “giocare” con le proprie risorse e i propri limiti, con il fine di “corrispondere” il più possibile a quel che si vuole (quel che si desidera).
Diventa fondamentale la consapevolezza di sé. Elemento stesso della speirmentazione di Sé.

Nella società post-moderna l’individuo ha bisogno di sapere che ha il “potere” di creare la propria identità. Una capacità che di evidenzia soprattutto nell’uso del corpo: tatuaggi, cura del corpo, alimentazione, chirurgia plastica.
Ovviamente il limite consiste nelle “aberrazioni”: cioè nella differenza tra valorizzare le proprie potenzialità e sentirsi onnipotenti.

L’investimento è su se stessi, ed in questa “possibilità creativa” ci si sente “Significanti”. Si esiste nel mondo con i propri desideri e la propria individualità, altrimenti il rischio è quello di identificarsi con i “Sembianti dominanti” (andare tristemente incontro ad uno “status sociale” dell’essere come gli altri vogliono).

Il legame tra identità e desiderio diventa particolarmente stretto nel pensarsi “Autori di se stessi”, seguendo ciò che si sente di essere. Ma senza sottovalutare i rischi della solitudine o della mancanza di riconoscimento del limite.

L’individuo post-moderno è quello che si domanda: “Quali possibili me posso adottare ed esprimere?”. Aprendo in tal modo alla molteplicità, e alla possibilità, che non sono mai infinite, altrimenti sarebbe misero camaleontismo.

Francesco Urbani
urbani@casadinchiostro.it
www.francescourbani.it

Immagine tratta  da "Smash - Suicide girls of the day" qui il sito http://wgrd.com/smash-suicide-girl-of-the-day/
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