Il Silenzio della buonanotte

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Lungo le ore dove l’anima si fa esile, e si abbandona con tutta la forza della fragilità, al silenzio della notte: tace la parola che tanto è stata presente durante il giorno, con tutti i suoi significati, le speranze e anche il rumore assordante.

Linguaggi del quotidiano che sono sempre speranza di dialogo, l’incontro con l’altro, che sia estraneo o amico, ma sempre percorso di conoscenza. Giorni in cui spesso, o solo a volte, si riesce ad accompagnare la solitudine.
Ma è il momento del silenzio, che si intreccia sempre meno alla parola, in queste ore dove i molti dormono.
È il silenzio dell’ascolto, che interrompe tutti i discorsi, e si rivolge all’interiorità.
In questo tempo, e in questo spazio, solo apparentemente vuoto, possiamo trovare una pace, un’armonia con noi stessi e con l’altro, che abita in noi.

Non c’è più il frastuono del mondo, che con il suo eccesso di comunicazione impedisce di toccare anche chi abbiamo accanto, di sentire il suono delle nostre stesse emozioni.

È il silenzio nei suoi significati complessi, a riportarci alla casa della nostra anima, in compagnia della nostra autentica esistenza.

Questo silenzio da proteggere, perché sempre fragile.
Questo silenzio da ascoltare e seguire, in ogni sua infinita sfumatura.

Francesco Urbani
urbani@casadinchiostro.it
www.francescourbani.it

Immagine: Tempi Moderni di C. Chaplin, 1936

Musica: Sigur Ros - Untitled 3
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One thought on “Il Silenzio della buonanotte

  1. Ore passate nel silenzio a riascoltare quanto detto, nella preoccupazione di aver ferito, di non aver capito, nel dolore di aver sbagliato. Così non dormo. Il silenzio è solo intorno, dentro le voci si accendono. Chiudo gli occhi -arriverà lo sfinimento?- ma quelli si riaprono dentro: è ancora come di giorno, le luci, le persone, ogni cosa si ripete. Vorrei accettare ciò che è accaduto, domani farò diverso, adesso ho sonno. Impossibile dormire, prima devo rivivere tutte quelle storie.

    All’inizio sospiro, non le sopporto, ho troppo sbagliato! Ma ad ogni rivisitazione, gli errori pian piano prendono posto nella mia comprensione, si allenta la tensione e solo dopo molte passate, succede, finalmente, di dormire.

    Il mattino arriva presto e non c’è più modo di riposare: di giorno non ci sono scuse, è vietato lasciarsi andare. Solo per un film o un libro ma senza veramente dormire.

    Tutto inizia quasi ogni sera, dopo cena e solo dopo essermi distratta: allora mi addormento per caso sullo scomodo divano, mentre sono arrotolata dentro ad una coperta e appoggiata a qualcuno. E’ un sonno perfetto. Appena resto sola però mi sveglio perché dentro si accorgono che è notte e di quel vuoto nel silenzio.

    Così cominciano a parlarmi per riempirlo e io non so fare altro che ascoltarli. Passano le ore, in mezzo a quella folla di persone e ascolto e riascolto le nostre parole e tutte quelle storie…

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