La Casa di Carta di Carlos Maria Dominguez

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IMG_4231Presentiamo oggi un piccolo gioiello della letteratura. Una storia per chi ama i libri e ne fa ogni giorno motivo di vita e incontro con la vita.

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Spesso è più difficile procurarsi un libro che disfarsene. I libri restano con noi in virtù di un patto di necessità e di oblio, come testimoni di un momento delle nostre vite al quale non ritorneremo. Ma finché son lì, crediamo di farne la somma.

La biblioteca che si mette insieme è una vita. Non è mai una somma di libri.

Io con ogni libro ci scopo, e se non ci sono libri, non c’è orgasmo.

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L’incendio dello schedario aveva ucciso in lui ogni illusione di dare un ordine alla sua biblioteca.

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La trama: L’Io narrante è un docente argentino di ispanistica all’università di Cambridge, che ha sostituito una collega, Bluma Lennon, travolta mortalmente da un’auto mentre leggeva, incantata nel verso, una poesia di Emily Dickinson. Il professore riceve un libro a lei spedito, La linea d’ombra di Conrad, impastato con frammenti di cemento, recante una dedica della stessa Bluma che sembra accennare a un’avventura amorosa. Una restituzione, secondo tutte le apparenze. E non resiste alla tentazione di entrare nell’intimità di Bluma, di decifrare il mistero di un legame tranciato dal destino, che, attraverso quel testo dell’amato Conrad recuperato da chissà quale distruzione, gli manda una specie di messaggio imperioso racchiuso in un silenzio da squarciare. Approfitta così di un ritorno al suo paese, per trovarsi, tra Buenos Aires e Montevideo, dietro le tracce evanescenti di un uomo, Carlos Brauer. Era il destinatario, all’inizio di tutto, di quel volume dedicato poi restituito; e in una occasione aveva espresso su Bluma – rivela al professore un individuo che lo conobbe bene nelle sue ossessioni – una profezia stranamente precisa. Celebre bibliofilo, prigioniero della divorante passione per le libricollezioni bibliotecarie, Carlos era svanito verso terre estreme, dopo aver inseguito una chimera di dominio che lo aveva precipitato nell’inquietudine o nell’insania. Raggiunto il rifugio finale del bibliofilo, sulla costiera di una finisterre sudamericana, il professore apprende finalmente il segreto che lega Bluma a Carlos: un capriccio, una beffa del tempo circolare. La casa di carta si situa in quella narrativa incentrata su temi fantastico-intellettuali, e ha nobili maestri nel paese dell’argentino Domínguez. Le tenaci realtà generate dalla finzione o dall’interpretazione o dall’equivoco; «i libri che cambiano il destino delle persone»: con svolgimenti, in questo racconto, che seguono le linee dell’allegoria e della ricerca avventurosa.

L’autore: Carlos María Domínguez (Buenos Aires, 1955), è anche giornalista e critico letterario. I suoi romanzi e racconti, che sembrano colloquiare con i temi e le ispirazioni intellettuali provenienti dalle parti di Borges, Buzzati o Calvino, sono stati pubblicati in diversi paesi. La casa di carta è del 2001.

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