Annie Ernaux – Il Posto

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il posto - ErnauxNel 2014 è uscito presso l’editore “L’Orma” di Roma, un piccolo libro intitolato “Il Posto”.
A scriverlo, nel 1983, è stata Annie Ernaux, scrittrice francese nata nel 1944 e poco nota in Italia, se non ad un pubblico elitario, dato anche che le sue opere non erano state mai tradotte prima nel nostro paese.
Gallimard, la nota casa editrice d’oltralpe gli ha dedicato già un intero volume di “Opere”, di cui proprio “Il Posto” ne rappresenta il massimo vertice, sia stilistico che in termini di contenuto.

“Ciò che lo rendeva violento era soprattutto vedere qualcuno della famiglia immerso nella lettura di un libro o di un giornale. Non aveva avuto il tempo di imparare a leggere e scrivere. Far di conto lo sapeva”.

La storia di questo breve romanzo è innanzitutto la storia di un uomo e della sua carriera, che va da operaio, fino alla gestione di una piccola attività commerciale in un centro della Normandia. Ed a raccontare questa storia, è la figlia scrittrice, la Ernaux stessa, che sviluppa un racconto, in cui ad essere centrale è il dolore per il distacco nei confronti di una famiglia che nasce povera, e resta povera, nonostante i figli si evolvano negli studi e nelle carriere professionali.
In questo distacco, fondamentalmente voluto da genitori che hanno lavorato una vita, per far studiare i figli, si crea però una incomunicabilità che non può essere superata. Fino ad arrivare al punto che quello che più si è voluto per i figli (dargli una istruzione, e la possibilità di affrancarsi da una vita proletaria), è anche il motivo del dolore più grande. Quello della perdita. Una ambivalenza questa che diventa percorso inconciliabile, privo di dialogo.

“Quando leggo Proust o Mauriac, non credo che rievochino il tempo in cui mio padre era bambino. L’ambiente della sua infanzia è il Medioevo. Per andare a scuola doveva fare due chilometri a piedi”.

La scrittura è quasi fredda, riuscendo però perfettamente nel restituire al lettore, non solo quella che era la vita dei lavoratori, nei piccoli centri industriali del nord Europa, ma anche quello che era il percorso intellettuale e sociale dei figli, che si vedevano, sin da giovanissimi, proiettati nel progetto di superare i padri, non potendo di certo emularli.

“Il segno della croce sul pane, la messa, la pasqua. Come la pulizia, anche la religione conferiva loro la dignità”.

Nella scrittura della Ernaux, c’è la grande capacità di parlare di se e nel contempo parlare di una classe intera, evitando però nella generalizzazione, una banalizzazione che sarebbe stata solo superficialità squalificante.

Annie Ernaux – “Il Posto” – L’Orma Editore, Roma 2014
Traduzione di Lorenzo Flabbi
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