Lo spazio privato come luogo delle passioni

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Spazio Privato“Fin dai primi anni della mia giovinezza pensavo che ognuno di noi ha la propria no man’s land, in cui è totale padrone di se stesso. C’è una vita a tutti visibile, e ce n’è un’altra che appartiene solo a noi, di cui nessuno sa nulla. Ciò non significa affatto che, dal punto di vista dell’etica, una sia morale e l’altra immorale, o, dal punto di vista della polizia, l’una lecita e l’altra illecita. Semplicemente, l’uomo di tanto sfugge a qualsiasi controllo, vive nella libertà e nel mistero, da solo o in compagnia di qualcuno, anche soltanto un’ora al giorno, o una sera alla settimana, un giorno al mese; vive di questa sua vita libera e segreta da una sera (o da un giorno) all’altra, e queste ore hanno una loro continuità.
Queste ore possono aggiungere qualcosa alla vita visibile dell’uomo oppure avere un loro significato del tutto autonomo; possono essere felicità, necessità, abitudine, ma sono comunque sempre indispensabili per raddrizzare la ‘linea generale’ dell’esistenza. Se un uomo non usufruisce di questo suo diritto o ne viene privato da circostanze esterne, un bel giorno scoprirà con stupore che nella vita non s’è mai incontrato con se stesso…

Ma non bisogna credere che quest’altra vita, questa no man’s land, sia la festa e tutto il resto i giorni feriali. Non per questa via passa la distinzione: solo per quella del mistero assoluto e della libertà assoluta.”
[da “Il giunco mormorante” di Nina Berberova, edizioni Adelphi, 1990]

Partendo da questa bellissima descrizione dello “Spazio Privato”, che la Berberova intraprende per poter spiegare come certi amori possano vivere solo all’interno di un’intimità che non conosce limiti, ci possiamo immediatamente rendere conto di quanto questo “concetto” sia necessario alla sussistenza affettiva di ogni persona.

E’ nello “spazio privato”, il quale sempre deve vivere adiacente allo “spazio pubblico”, che ognuno può trovare quel terreno fertile dove crescere la propria immaginazione e creatività. Uno spazio che al suo interno non ha confini, ma ben contenuto dalla prossimità a quella realtà che ne racchiude il senso e lo scopo.
Da questa reciproca influenza tra diversità così importanti, può nascere un’inventiva che sa influenzare la realtà circostante. Che mantiene l’essere umano parte attiva delle proprie relazioni e del proprio mondo, impedendogli quell’impotenza e quella passività che inevitabilmente renderebbero grigie, ed opache, tutte le sue potenzialità.
Nello spazio privato, e in ciò che da questo spazio nasce, la persona ha la possibilità di relazionarsi agli altri, ritrovando elementi comuni, oppure avendo la capacità di costruire ponti laddove le differenze, solo inizialmente, potevano apparire fonte di distanza.
E’ lo spazio privato che permette intimità, ma solo se esso non è negazione di una “parte pubblica”, necessaria per non creare un labirinto interno, da cui si finisce per uscire sempre in modo non armonico. In quel modo frammentato che è fonte di confusione e dispersione, anche delle proprie risorse.

Francesco Urbani
www.francescourbani.it

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